Si tratta di una riforma della normativa in materia di disabilità con la quale si intende dare attuazione ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006 (ratificata dall’Italia con la legge 3 marzo 2009, n. 18).
Il primo atto normativo in tale senso è stata la legge 22 dicembre 2021, n. 227, recante “Delega al Governo in materia di disabilità”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale n. 309 del 30 dicembre 2021.
In seguito è stato adottato il decreto legislativo 3 maggio 2024, n. 62 recante “Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 111 del 14 maggio 2024, e vigente al 30 giugno 2024.
Questo secondo atto normativo introduce una significativa riforma in materia di disabilità. Le principali novità riguardano:
- Unificazione delle valutazioni: tutte le valutazioni relative all’invalidità civile, disabilità, cecità, sordità e accesso ai benefici saranno effettuate in un’unica seduta, salvo casi eccezionali.
- Ruolo centrale dell’INPS: a partire dal 1° gennaio 2026 l’INPS sarà l’unico soggetto accertatore della condizione di disabilità, sostituendo le attuali commissioni ASL-INPS.
- Certificato polifunzionale: il certificato di disabilità avrà valore unico per accedere a tutte le prestazioni sociali e sanitarie, eliminando la necessità di più documentazioni.
- Valutazione multidimensionale: il nuovo sistema tiene conto non solo della diagnosi medica ma anche dei bisogni e delle condizioni della persona per elaborare un progetto di vita personalizzato.
- Possibilità di revisione in caso di peggioramento: se le condizioni di una persona peggiorano, può essere richiesta una nuova valutazione per adeguare i sostegni necessari.
- Sperimentazione dal 2025: dal 1° gennaio 2025 sarà avviata una fase sperimentale di 12 mesi per testare l’applicazione della riforma prima della piena operatività.
- Coinvolgimento delle Regioni e degli Enti del Terzo Settore: le Regioni dovranno definire le modalità di attuazione della riforma, coordinandosi con il settore sociale e sanitario.