In poche parole…
… la legge n. 6 del 2004 c.d. “Legge Cendon” ha previsto l’Amministrazione di Sostegno. Con tale legge si realizza a livello giuridico quel mutamento di prospettiva riguardante lo “status del malato di mente” che sul piano sanitario si era verificato alla fine degli anni ’70.
Infatti le leggi n. 180/78 (c.d. “Legge Basaglia”) e n. 833/1978 (che ha istituito il S.S.N.) hanno rappresentato il superamento in ambito medico della vecchia concezione dell’esclusione della persona affetta da sofferenza psichica ed hanno aperto la via ad un profondo ripensamento della malattia mentale. Con la legge Basaglia è stata disposta la chiusura definitiva dei manicomi e degli ospedali psichiatrici a favore di servizi extraospedalieri e ciò ha rappresentato un grande progresso dal punto di vista della medicina e sul piano umano.
Se con la legge Basaglia è cessato il modello di cura a carattere “segregante” della persona affetta da disturbi psichici, per lungo tempo tale modello è tuttavia rimasto dal punto di vista giuridico: basti pensare all’istituto dell’interdizione, previsto dal codice civile del 1942, che annulla alcuni dei diritti fondamentali della persona e risulta sproporzionato rispetto alla tutela della maggior parte dei sofferenti psichici.
L’ Amministrazione di Sostegno rappresenta una misura di protezione a favore delle persone prive di autonomia, in tutto o in parte, nel compimento degli atti della vita civile a causa di un’infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica. L’obiettivo primario della riforma è di introdurre un equilibrio fra le opposte esigenze di libertà e di protezione del sofferente, assicurando a quest’ultimo tutta la libertà possibile ed indispensabile e, quanto alla protezione, garantendogli quella necessaria ma togliendogli quella “superflua, dannosa, ingiusta”.
L’Amministrazione di sostegno ha quindi affiancato i tradizionali istituti dell’interdizione e dell’inabilitazione previsti dal codice civile del 1942, che oggi rappresentano un’eccezione.